Maurizio Martina è il nuovo Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali

Maurizio Martina è stato designato dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi a guidare il dicastero delle politiche agricole, alimentari e forestali. Ma conosciamolo meglio: bergamasco, classe 1978, sposato e padre di due figli.
Dopo essersi diplomato all’Istituto tecnico Agrario di Bergamo, consegue la laurea in Scienze Politiche.

Nel 1999 è eletto Consigliere comunale, carica ricoperta fino al 2004.
Sempre nel 2004 dopo una militanza nell’organizzazione giovanile dei Democratici di Sinistra, viene eletto Segretario della Provincia di Bergamo.
Nel 2006 assume la carica di Segretario Regionale dei Democratici di Sinistra in Lombardia. Nel 2007 è tra i fondatori del Partito Democratico. Nello stesso anno, a seguito delle primarie, è eletto primo Segretario del Partito Democratico della Lombardia. Nel 2009, sempre attraverso le primarie, viene riconfermato alla guida del Partito Democratico Regionale Lombardo.
Nel 2010 è eletto Consigliere della Regione Lombardia, incarico riconfermato nelle consultazioni popolari del febbraio 2013.
Durante i mandati di Consigliere Regionale Lombardo è stato componente della Commissione Affari Istituzionali e della Commissione Attività Produttive.

Il 3 maggio 2013 ha giurato come Sottosegretario di Stato del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali del Governo Letta.
Con il D.P.C.M. del 24 maggio 2013, gli è stata conferita la delega a presiedere la Commissione di coordinamento per le attività connesse all’EXPO’ Milano 2015.

Mio padre e mia madre hanno sempre lavorato in fabbrica, mentre i miei nonni erano contadini – così descrive la sua famiglia il neo Ministro sul suo sito – Ho un fratello artigiano e una sorella impiegata.

In uno dei suoi post, 1 febbraio 2014, sul blog scrive: “Dieci misure concrete

Con l’approvazione del Collegato alla Legge di Stabilità da parte del Governo, avvenuta ieri, 31 gennaio, su proposta del Presidente del Consiglio Enrico Letta, si apre un’occasione davvero rilevante per i sistemi agricolo e agroalimentare del nostro Paese, anche in vista dell’Expo 2015 e dopo l’approvazione della nuova Pac.
Le direttrici fondamentali contenute nel Collegato sono dieci e si sviluppano all’insegna della semplificazione, della sburocratizzazione, dell’internazionalizzazione e del sostegno alla competitività di un comparto che vale, oggi, oltre 250 miliardi di euro e il 17% del Pil italiano.
I provvedimenti riguardano, nel dettaglio, la semplificazione e il coordinamento dei controlli verso le Imprese, l’abbattimento da 180 a 60 giorni dei tempi per avviare un’attività agricola, il riordino degli Enti vigilati dal Ministero (che arrivano a essere solo tre), la possibilità di accedere al credito d’imposta (fino al 40% per un massimo di 500mila euro) attraverso il quale sostenere investimenti in Reti logistiche e distributive per l’export agroalimentare, la delega per le misure di gestione del rischio a sostegno degli strumenti assicurativi e dei fondi di mutualizzazione (in linea con gli obiettivi proprio della nuova Pac), l’accesso al credito reso più facile per gli under 40 attraverso mutui agevolati a tasso zero per 10 anni per gli investimenti fino a 1,5 milioni di euro. Sono inoltre previsti il sostegno alle Reti d’Impresa che potranno finanziare ricerca e innovazione anche con il Fondo rotativo, le semplificazioni burocratiche per l’agricoltura biologica e il sostegno all’agricoltura sociale e ai prodotti di filiera corta. Infine si apre concretamente il lavoro per la definizione di un unico Marchio del Made in Italy agroalimentare, privato e facoltativo, con l’obiettivo di rendere sempre più chiaro ed inequivocabile il prodotto italiano.
Il pacchetto di provvedimenti ora verrà discusso e ulteriormente migliorato durante i lavori parlamentari. L’occasione di questo intervento complessivo a sostegno del mondo agricolo e agroalimentare va colta fino in fondo in un anno cruciale per tutto il settore.”

Ma non ci sarà più dunque solo l’Expo2015 sul tavolo del neo Ministro. Temi cruciali che si troverà ad affrontare sin dalle prime settimane saranno l’attuazione della riforma della Pac in Italia e la ristrutturazione degli enti vigilati dal Mipaaf, tra cui Agea.