Sono note le proprietà antinfiammatorie, antiossidanti e l’attività antiangiogenica dell’olio extra vergine d’oliva.
Tuttavia, gli effetti della frazione fenolica dell’olio sull’angiogenesi infiammatoria sono sconosciuti.
L’angiogenesi è un fenomeno naturale che porta alla formazione di nuovi vasi sanguigni da altri vasi preesistenti. Nelle persone adulte consiste essenzialmente in un processo di riparazione e rigenerazione di tessuti. L’angiogenesi, però, può essere anche un fenomeno fortemente negativo in presenza di patologie croniche degenerative (artrite reumatoide, malattia di Crohn, retinopatia diabetica, psoriasi, endometriosi e l’arteriosclerosi) o di tumori (sia tumori solidi sia ematologici).
La densità dei vasi e la tendenza a formare metastasi di alcuni tumori primari sono correlate con l’espressione di fattori angiogenici, in particolare il VEGF (vascular-endothelial growth factor).
Alcuni ricercatori italiani del CNR di Lecce hanno indagato sull’influenza che i polifenoli dell’olio extra vergine di oliva possono avere sulla risposta angiogenica VEGF indotta.
L’esperimento è stato condotto su cellule in coltura.
I risultati hanno evidenziato che già a concentrazioni basse (1-10 mg/ml), ovvero concentrazioni nutrizionalmente realizzabili a partire da olio extra vergine di oliva di qualità, vi è una significativa riduzione della risposta VEGF indotta intracellulare. Secondo i ricercatori, questa risposta, unitamente a una serie di ulteriori risposte metaboliche, possono abbassare l’ossidazione indotta da NADPH e quindi la risposta del Vascular-endothelial growth factor.
Questi risultati forniscono un meccanismo alternativo mediante il quale il consumo di olio extra vergine d’oliva ricco di polifenoli può rappresentare una riduzione del processo ossidativo infiammatorio che causa le malattie croniche degenerative.